La scala Norwood consiste in una classificazione in 7 stadi dello stato di avanzamento della calvizie maschile. Fu perfezionata nel 1975 da O’Tar Norwood sulla base della precedente classificazione di James Hamilton (risalente agli anni 50) e per questo è anche nota come scala Hamilton Norwood.
Scala Norwood: i 7 stadi della calvizie maschile
Il Dottor Norwood era un noto dermatologo dell’Oklahoma ed individuò i 7 stadi dell’avanzamento della calvizie maschile grazie ad uno studio su 1000 pazienti.
Calvizie scala Hamilton Norwood
Tipo 1: Ci troviamo davanti ad una recessione minima o nulla dell’attaccatura dei capelli; la situazione è considerata di perfetta normalità, senza alcun segno evidente di calvizie.
Tipo 2: La situazione è sostanzialmente buona, con aree di recessione triangolari (generalmente simmetriche) sulla linea frontale dei capelli. La situazione differisce di pochissimo rispetto alla normalità rappresentata dal tipo 1.
Tipo 2A: L’attaccatura dei capelli è anteriore alla zona dell’orecchio.
Tipo 3: Questo è il primo vero e proprio stadio di calvizie riconosciuto dalla scala di Norwood; le tempie sono scoperte e compare la tipica forma ad U.
Tipo 3A: L’attaccatura dei capelli è ancora più ridotta e si ferma ad un punto tra il tipo 2A e l’area dell’orecchio.
Tipo 3 Vertex: in aggiunta ai due tipi si aggiunge una perdita dei capelli nella zona più alta della testa con un diradamento vertex.
Se la vostra situazione è in fase 3 è ancora possibile tentare delle cure farmacologiche che rallentino il procedere della caduta con risultati apprezzabili; a questo punto il minoxidil funziona ancora per certi aspetti insieme ai vari rimedi naturali suggeriti su come infoltire i capelli.
Tipo 4: La recessione frontotemporale è ancora più grave e in zona vertex la situazione passa da diradata a glabra.
Tipo 4A: In questo caso potrebbe non esserci perdita nella zona vertex ma con un ancor più accentuato danno al frontale.
Lo stadio 4 è il limite ultimo per pensare ad una terapia farmacologica (pur senza confidare in un risultato estetico apprezzabile); i vari prodotti per infoltire i capelli non costituiscono più un rimedio.
Tipo 5: Le due regioni di caduta (vertice e frontotemporale) sono ancora separate da una fascia di capelli che è molto più sottile.
Tipo 5A: L’area calva supera la zona del vertex lasciando in alcuni casi solo qualche capello superstite tra le due zone originarie di caduta.
Tipo 6: Non c è più alcun capello a suddividere la zona frontotemporale dalla zona del vertex; rimangono superstiti (e ancora folti) i capelli della corona laterale.
Allo stadio 6 anche pensare ad un autotrapianto di capelli diventa inutile poichè la stessa zona donante risulta compromessa.
Tipo 7: L’ultimo stadio: anche i capelli della corona laterale vengono intaccati e la linea si fa sottile disegnando una forma a ferro di cavallo.
A questo punto non esistono più alternative alla protesi capelli per riconquistare una chioma esteticamente soddisfacente.
Scala calvizie: cosa prevedeva la precedente scala per alopecia Hamilton
Come accennato ad inizio articolo la scala di Hamilton fu perfezionata da Norwood circa 30 anni dopo; ma cosa prevedeva in origine?
In origine la Scala di Hamilton era composta da soli 5 stadi (molto più approssimativi) senza prevedere le sottovarianti appena analizzate che permettono di distinguere lo stato di avanzamento dell’alopecia a seconda delle zone colpite.
A James Bruce Hamilton, all’epoca medico anatomista, si deve comunque molto: fu infatti lui a mettere in correlazione gli ormoni maschili e i fenomeni di calvizie.
Scala Norwood Hamilton e dopo?
Dopo il 1975 ci sono stati molti ricercatori che hanno proposto altre classificazioni dei livelli di alopecia; basti pensare alla scala di Ludwig che misura i livelli di alopecia androgenetica femminile.
E’ evidente che la scala di Norwood non elenchi alcuni casi più particolari di calvizie; ma è pacifico affermare che questa rimane oggi la classificazione più utilizzata in tutto il mondo quando si vuole misurare l’evoluzione della caduta dei capelli su un individuo di sesso maschile.